Coup del fouet
Purezza, armonia e semplicità, queste sono le parole chiave del pensiero e quindi delle opere di Demetrio Rizzo; per lui l’ornamento si concretizza nella linea avvolgente, dinamica e sinuosa, nel tratto definito, che determina, sul piano, due forme complementari, come un positivo-negativo, lo stesso principio del yin e dello yang della filosofia orientale. Si sdoppia e moltiplica, come l’eco di un’onda, in fasci di linee che si diramano in parallelo o a ventaglio, in svolgimenti liberi. Infatti l’artista afferma di evitare di farsi distrarre dalla fastosità dei colori, esaltando piuttosto la non dualità delle cose e mettendo in evidenza i loro opposti che a ben guardare si completano.
Sicuramente la grande maestra di espressione grafica e scultorea per il nostro artista è l’Art Noveau, infatti egli trasforma la realtà contingente, sublimandola nel mito del Bello, di un Bello trasportato direttamente nella vita, confinante con l’Eleganza, e non trascendente e come dice Werkade “non ci sono quadri, c’è solo decorazione”. L’artista ricorda che in età scolare riempiva i banchi di forme sinuose e parabole tendenti all’infinito e si ritrova anche oggi mentre disegna a lasciare che sia il suo cuore a trasportare la mano in una frenetica ricerca di qualcosa che non si può né vedere né toccare, quel qualcosa che un semplice foglio bianco sembra volergli chiedere.
Demetrio Rizzo prende le sue linee e le libera dalla bidimensionalità del quadro arrivando ad una tridimensionalità usando semplice filo di ferro o tubi in pvc, l’opera sembra danzare ed attirare lo spettatore ad entrare in questo vortice musicale quasi ne si udisse una melodia sensuale. L’artista nella linea trova una forma di purezza, un concentrato di energia, una semplicità che racchiude il tutto; una linea che ha una partenza ed un arrivo ed al contempo si chiede quale sia l’inizio e la fine; la sua linea rappresenta coerenza, unità e forza perché per lui essa è in grado di aggregare più punti contribuendo a creare un percorso e al tempo stesso comunica un’idea, un concetto, una forma sempre e comunque soggettiva.
Per il Maestro Rizzo siamo tutti artisti nel momento in cui ci sforziamo di guardare dentro di noi, tirando fuori, nel contempo, le nostre emozioni, le nostre idee, il nostro io unico ed esclusivo, e, lui aiuta lo spettatore a volare con la fantasia a far esprimere il proprio essere in un’infinito trascendente che va al di la del bene e del male. Il suo spazio, i suoi vuoti e pieni, si pongono come ‘spazio esistenziale’; non è uno spazio esplosivo come poteva essere nel Barocco, ma implosivo. Nella sua scultura si crea nella superficie, dal fil di ferro sinuoso che curva, e come tale esiste come involucro che si modula e arricchisce come una preziosa scorza, sia all’esterno che all’interno, che si può estremizzare in un ‘coup del fouet’ (colpo di frusta).
(Dott.ssa Federica Pasini – critica d’arte)